Quando le persone scrivono, di fatto descrivono sé stesse.
La nostra scrittura ci dice qualcosa di noi dal punto di vista interno ma anche da come ci poniamo di fronte al mondo.
Nessuno dei campi in cui la personalità umana può esprimersi è precluso all’osservazione della grafologia la quale, pur essendo test unitario, non opera in maniera unitaria, ma diversifica le prestazioni in armonia con i settori applicativi.
(Fermino Giacometti)
Sempre più numerosi e vari sono i settori di applicazione della scienza grafologica: questo fatto contribuisce a rendere poliedrica la figura del grafologo al quale si richiedono competenze diverse e che, sempre più spesso, si trova a operare in collaborazione con gli specialisti di altri settori.
Analisi della persona
La grafologia si presenta sostanzialmente e fondamentalmente come valido strumento per la conoscenza della persona. Autonomamente o in collaborazione con lo psicologo o il pedagogista, il grafologo ha il vantaggio di poter disporre di un metodo di rilevazione non solo affidabile, ma più rapido e completo dei tradizionali strumenti costituiti dai vari tipi di test. Il test, strumento diagnostico e valutativo molto contestato, rivela un piccolo tratto del carattere o dell’intelligenza; la grafologia – che è riduttivo definire «test della scrittura» – apre, invece, ampi spiragli sui vari aspetti della persona, non esclusa la dimensione psicosomatica e dinamica. La scrittura, essendo un comportamento involontario ed espressivo, rivela, soprattutto, il profondo, le motivazioni e, entro certi limiti, anche il vissuto di un soggetto e non solo i comportamenti superficiali che tutti, del resto, possono osservare senza essere specialisti o psicologi.
Non bisogna, inoltre, sottovalutare il fatto che la grafologia è uno strumento rapido e affidabile anche perché il soggetto non subisce condizionamenti psicologici o emotivi dato che è la scrittura stesa spontaneamente in precedenza a essere analizzata.
A proposito delle potenzialità «diagnostiche» della grafologia, negli anni Quaranta del secolo scorso Ania Teillard scriveva: «Gli psicanalisti potranno rendersi conto, per quanto li concerne, dell’importanza che la grafologia può avere per la psicanalisi. Essa in effetti apporta una visione globale, immediata, rapida e profonda; il gesto scrittorio rivela, a colpo sicuro, il livello intellettuale e culturale dell’individuo, la sua forza vitale, il suo carattere, le sue reazioni nella vita sociale, il suo eventuale rendimento nell’ attività lavorativa. Quello che l’analista arriva ad apprendere di un soggetto attraverso l’osservazione di settimane e mesi, il grafologo può riassumerlo in un unico esame, ragion per cui molti psicanalisti si servono, con grande profitto, di questo mezzo di indagine».
Grafologia scolastica e dell’ età evolutiva
Una particolare utilizzazione della scienza grafologica si realizza in ambito scolastico o, comunque, nei riguardi di ragazzi e giovani: la grafia, infatti, rivela l’evoluzione e la crisi della personalità, ma, soprattutto, offre indicazioni preziose sulle motivazioni del comportamento che possono sfuggire anche all’insegnante più attento o al genitore iperprotettivo. Il grafologo è in grado di dire, ad esempio, rapidamente e precisamente, se l’intelligenza del ragazzo ritenuto il più bravo della classe è effettivamente creativa, critica, originale, rielaborativa o, semplicemente, attentiva, riproduttiva e assimilativa. E ciò non è poco.
Il grafologo si avvale anche di altri prodotti grafici del bambino, come lo scarabocchio e il disegno, che condividono con la grafologia molte spiegazioni simboliche e neurofisiologiche. Affiancandosi ad altri specialisti, il grafologo è anche in grado di offrire consigli su alunni in difficoltà e su particolari problemi, in verità sempre più frequenti, di disgrafia o dislessia.
Non secondario è l’aiuto che la grafologia può offrire nella scelta dell’indirizzo scolastico successivo e in particolare della scuola superiore e dell’università. In questa prospettiva il grafologo non è un grafomante che predice il futuro o i buoni risultati nello studio, ma lo studioso attento che rileva e studia le tendenze intellettive e attitudinali in una grafia già abbastanza automatizzata di un ragazzo di terza media o di un giovane titubante sulla scelta della facoltà universitaria.
Il grafologo non sentenzia verdetti o oracoli, ma ascolta attentamente le aspirazioni coscienti del ragazzo e del giovane che possono essere frutto di condizionamenti delle scelte degli amici o dell’ ambiente e, quindi, prospetta le eventuali difficoltà derivanti da capacità non adeguate o rassicura sulle buone possibilità di riuscita in un indirizzo scolastico e/o in un determinato settore lavorativo che richiede determinate attitudini.
Orientamento professionale
La grafologia evidenzia tendenze non solo ai fini della scelta dell’indirizzo scolastico, ma anche e soprattutto ai fini della professione. Mentre per un verso nella nostra società la scelta del lavoro è condizionata da fattori più foni dell’individuo e delle sue richieste (talora non è neanche possibile operare una scelta), per un altro emerge sempre più intensamente l’esigenza di auto realizzazione nel lavoro. E proprio in questa ultima direzione la grafologia offre un valido contributo.
Occorre, innanzitutto, tener presente che orientare non è selezionare, ma contribuire sia all’autorealizzazione personale che all’ efficienza della struttura aziendale indicando per ognuno il posto giusto, il ruolo in cui l’individuo ha modo di esplicare al massimo le sue potenzialità.
In una realtà contemporanea in cui le professioni tradizionali sono in rapida evoluzione, in cui nascono continuamente nuove professioni e in cui, con ogni probabilità, un individuo non potrà più esercitare per tutta la vita la medesima professione, il grafologo non potrà operare individualisticamente, ma dovrà essere informato da altri esperti sulle mansioni e sulle caratteristiche richieste in una determinata professione, sui compiti che un impiegato dovrà svolgere.
Sensibili sia all’esigenza dell’umanizzazione del lavoro che, ovviamente, all’ efficienza produttiva, oggi molte aziende ed enti si rivolgono al grafologo che, come afferma Lamberto Torbidoni, collaboratore e successore diretto del Moretti, per decenni autorevole maestro particolarmente in questo settore, innanzitutto deve cercare tutte le informazioni che servono a stabilire il profilo più esatto possibile del compito o della professione e, quindi, trarre dalla scrittura tutti gli elementi che incidono positivamente o negativamente in ordine ai singoli tratti e alle risultanze globali del profilo.
L’analisi per l’orientamento professionale non vuole e non può, ovviamente, essere una scelta, una decisione effettuata dal grafologo, ma offre, sia all’interessato che all’ azienda, dei motivi per una riflessione, onde valorizzare la persona secondo le sue possibilità. Quando un’analisi per l’orientamento professionale è richiesta dall’interessato, consiglia sempre il Torbidoni, oltre a seguire i criteri esposti, si possono affrontate anche altri discorsi che riguardano le carenze, i limiti, le difficoltà; in altre parole si può «scendere nel profondo» sempre nel rispetto e nella valorizzazione dell’individuo.

Consulenza familiare
Non meno interessante è, infine, l’attività che il grafologo può svolgere nel settore matrimoniale e familiare dove, in maniera autonoma o, meglio, in
équipe con altri specialisti, questo professionista emergente mette a disposizione la sua specifica competenza.
Per quanto riguarda la consulenza preconiugale, la grafologia è in grado di evidenziare gli elementi che permettono di stabilire diagnosi di compatibilità in base ai fondamentali criteri di somiglianza e di capacità di integrazione dei partner e di prevedere, ragionevolmente, i fattori positivi di autorealizzazione o le eventuali difficoltà che potranno presentarsi nella convivenza futura.
Nella coppia già costituita, l’intervento del grafologo risulta utile per chiarire le motivazioni di eventuali contrasti e per offrire adeguate indicazioni sulla base delle potenzialità latenti dei coniugi. E dato che la coppia non deve essere necessariamente in crisi, la consulenza grafologica può opportunamente giungere per favorire ulteriormente la reciproca e più intima conoscenza e coscienza interpersonale.
Negli ultimi anni la richiesta della consulenza grafologica familiare, intesa nel senso totale del termine, come afferma e precisa Fermino Giacometti, già direttore della Scuola Superiore di studi grafologici dell’Università di Urbino e Presidente dell’Istituto Grafologico Internazionale Girolamo Moretti, sta aumentando e anche la grafologia sta affinando in questo settore i suoi strumenti. Mentre, infatti, fino a qualche anno fa si parlava solo di orientamento e le richieste erano limitate quasi esclusivamente alla problematica della compatibilità prematrimoniale e matrimoniale, oggi si preferisce la dizione consulenza familiare a testimonianza dell’ ampliamento della prospettiva e dei problemi affrontati.
Non è più la semplice curiosità, conferma Giacometti, a spingere la coppia a richiedere il parere del grafologo, ma l’esigenza profonda di mettersi in discussione. E in molte situazioni si lavora quasi a livello di prevenzione.
All’interno della realtà familiare, infine, la grafologia contribuisce a portare alla luce le profonde e complesse forze in gioco non solo dei coniugi, ma anche dei figli, i problemi non risolti, i processi e i meccanismi di difesa attivati, l’evoluzione potenziale e le proposte per l’eventuale riorganizzazione delle dinamiche interagenti.
Grafologia peritale
L’utilizzazione della grafologia in perizia giudiziaria è forse la più nota applicazione di questa scienza tanto che il grafologo viene spesso chiamato perito grafico e le sue analisi di personalità vengono definite, impropriamente, perizie. Il perito grafico non si identifica con il grafologo. Il perito (o consulente tecnico) è la figura, prevista dai codici, di ausiliario del giudice o difensore tecnico della parte: il grafologo può essere chiamato ad assumere tale ruolo e si caratterizza per l’adozione del metodo grafologico che, a differenza del metodo calligrafico che opera un confronto prevalentemente formale fra lettere omografe, analizza il movimento, il gesto, il dinamismo, la personalità grafica dell’ autore o degli autori degli scritti in esame, senza necessariamente eseguire un’ analisi di personalità che non è richiesta e, secondo alcuni, vietata dalle leggi. La Giurisprudenza negli ultimi decenni ha mostrato maggiore fiducia nello strumento della perizia a base grafologica che garantisce maggiore scientificità e fondatezza delle conclusioni.
I casi più frequenti di verificazione riguardano firme e sottoscrizioni su cambiali, assegni e documenti, stesura di testamenti, lettere anonime, ma la casistica concreta è infinita e sottopone all’ esame grafico-grafologico anche le scritte eseguite con bombolette spray sui muri o, molto più semplicemente, con un dito sui vetri impolverati di un’ auto.
È possibile arrivare sempre a conclusioni certe? Come avviene in ogni scienza, anche l’applicazione della grafologia ha i suoi limiti che
derivano, però, non dal metodo ma da condizionamenti oggettivi come la brevità del documento
in verifica, l’inadeguatezza delle scritture di comparazione o l’eccessiva artificiosità. La possibilità di arrivare a conclusioni valide non significa naturalmente rispondere al quesito sempre con la certezza che una determinata mano abbia o non abbia vergato la grafia contestata o incriminata. Scientificità, come in medicina o in altre scienze, significa dimostrazione delle varie asserzioni e rigore nell’applicazione del metodo.
Questi alcuni principi generali che il grafologo tiene costantemente presenti nel suo lavoro peritale. La grafia è l’espressione irripetibile di una determinata individualità: non è quindi possibile né rinunciare completamente alle proprie caratteristiche grafiche né riprodurre tutte quelle di un’ altra persona dato che è impossibile svestirsi totalmente della propria personalità o far propria quella altrui, il grafologo studia la grafia come processo e movimento individualizzato e non come inerte prodotto formale o addirittura casuale, individuando ne anche l’ambito di variabilità: la scrittura, infatti, non è un timbro, ma può modificarsi per le cause più diverse: età, ora della giornata, emotività, malattia, strumento scrittorio …
Il grafologo è anche in grado di evidenziare gli eventuali indici di imitazione o di dissimulazione in quanto la falsificazione lascia inevitabilmente le tracce dello sforzo sostenuto dal soggetto. Mentre l’imitatore cade facilmente nell’ eccesso di somiglianza formale, il dissimulatore, preoccupato di rendere irriconoscibile e deformare la propria grafia, può riuscire a stravolgerne gli elementi più appariscenti (per esempio le lettere iniziali maiuscole, il calibro o l’inclinazione), ma non è in grado di controllare tutti i piccoli movimenti come gli accenti o i punti sulle i dove, inevitabilmente, prima o poi si tradisce. Ovviamente il grafologo nel suo ruolo di perito grafico non opera solo nell’ ambito del processo giudiziario ma anche nel settore privato e in ambito stragiudiziario. Frequente oggetto di esame è, ad esempio, la lettera anonima, riprovevole ma, purtroppo, ancor diffuso fenomeno di costume.e