di Fermino Giacometti
1. La persona umana e la scrittura
Il metodo grafologico di Girolamo Moretti si fonda su un concetto dinamico della personalità esaminata in un movimento orizzontale (dall’Io verso l’esterno e gli altri) e in un movimento verticale (dall’Io all’Io ideale) nei quali confluiscono valori, aspirazioni e stile di vita. Tuttavia, questi due orientamenti della dinamica individuale non sono divergenti, ma trovano l’unità di comportamento in un motivo strutturato, la passione predominante, che rappresenta il principio di unità, di identificazione e di autonomia della persona. Attorno ad esso si unificano, secondo il grado di integrazione della personalità, tutti gli altri motivi. L’individualità, infatti, non è per Moretti una somma di componenti, ma la risultante dell’interazione delle stesse componenti, definibili e descritte nella loro incidenza qualitativa specifica e quantitativa.
La persona, così compresa, è una realtà unitaria derivata dall’interazione reciproca di due grandi complessi strutturali, la struttura somatica e la struttura psichica. La prima, pur non essendo sufficiente da sola a definire la persona, è un elemento utile e necessario per giungere alla identificazione della psiche poiché le manifestazioni esterne, come l’atto di scrivere, sono primariamente espressioni somatiche e, quindi, espressioni dello psichismo individuale. AI concetto di psicosomatica, Moretti unisce quello di continuità evolutiva della personalità. Questa permane costante nella sua struttura di base (componente ereditaria genetica) che è modellata ma non distrutta dalla stimolazione ambientale e dalla varietà delle esperienze (componente sociale).
La concezione dinamica della personalità rifluisce sull’interpretazione della scrittura come proiezione psicosomatica grafica. Moretti centra la sua attenzione sul movimento della scrittura elaborando un simbolismo, diverso dal simbolismo spaziale del Pulver, che potrebbe essere definito “simbolismo grafico”, nel quale intervengono due aspetti fondamentali: l’atteggiamento vitale della persona e la rappresentazione dell’altro (esterno) quale viene percepito dal soggetto scrivente. Ad essi corrispondono due atteggiamenti base della personalità identificabili come conservazione-affermazione dell’Io (da Moretti chiamato egoismo) ed estroversione (altruismo) espressi nei movimenti grafici generali angoloso e curvo. Questi due movimenti interagiscono nella scrittura e denotano il modo in cui le tendenze conservative si modellano con quelle estroversive. Tale modella mento si sviluppa, oltre che come espressione della vitalità della persona, anche in rapporto alla rappresentazione dell’ altro. Infatti, l’estroversione sarà favorita se la dinamica relazionale viene facilitata dalle condizioni ambientali, mentre, se queste oppongono delle resistenze, l’atteggiamento soggettivo tenderà facilmente all’autodifesa e all’aggressività.
Su questa dimensione generale simbolica della scrittura si sviluppa tutto il movimento grafico espressivo delle caratteristiche della dinamica personale, sia intellettiva che psicofisica, caratteristiche evidenziate dai segni grafologici. Moretti distingue nella scrittura la presenza di 82 segni, raccolti attorno ad alcune categorie generali: la dimensione sferica, la pressione, il calibro, le larghezze, l’armonia, il ritmo, l’allineamento di base, l’inclinazione, la direzione degli assi laterali, i legamenti, il profilo delle lettere, l’estetica, i gesti fuggitivi.
Ad ogni segno corrispondono specifiche indicazioni di caratteristiche psicosomatiche le quali, pero, non sono completamente definite in se stesse. Come la personalità non è una somma di componenti, ma il risultato della loro interazione, anche la sua interpretazione grafologica è il risultato del!’ osservazione, non della somma dei segni, ma della loro interazione.
2. I segni grafologici
Enucleare i singoli segni rappresenta il momento analitico del metodo di Moretti, studiare il loro modo di influenzarsi a vicenda ne rappresenta il momento sintetico.
Secondo questo metodo è necessario porre alla base del momento analitico alcune premesse fondamentali:
1) I segni non offrono indicazioni sulla personalità globale. Moretti distingue i segni rapportati alla attività intellettiva (segni della intelligenza) dai segni rapportati ali’ attività psichica direttamente connessa con gli aspetti temperamentali (segni della volontà). Questa distinzione non va intesa in senso assoluto, ma relativo poiché i segni dell’intelligenza offrono indicazioni, anche se secondarie, degli aspetti temperamentali e viceversa. E ciò, del resto, è logico poiché lo psichismo orienta, nella persona, l’attività intellettiva e questa contribuisce alla strutturazione del carattere.
2) Non tutti i segni hanno uguale importanza. Moretti divide i segni in segni sostanziali, segni modificanti, segni accidentali. Ai segni sostanziali corrispondono le caratteristiche intellettive o psichiche fondamentali della persona, mentre i segni modificanti, pur svolgendo un’azione subordinata a quella dei primi, non sono passivi nei loro confronti poiché ne orientano le manifestazioni specifiche, precisando il modo in cui queste si concretizzano; i segni accidentali infine sono quelli che indicano gli aspetti secondari, le sfumature espressive della persona elaborate a partire dalla struttura di base.
3. Le combinazioni grafologiche
In questa suddivisione dei segni grafologici possiamo trovare implicitamente i criteri che guidano la sintesi descrittiva della personalità. Infatti, ci si accorge subito che già dal concetto morettiano di segno deriva l’esigenza di osservare i modi in cui ciascuno di essi interviene sugli altri. Tuttavia, Moretti, non si ferma qui. Egli propone un processo di sintesi attraverso la combinazione dei segni. Tale processo comporta l’osservazione diretta dei modelli di interferenza che si sviluppano tra i segni presenti nella scrittura e l’analisi delle implicazioni psicologiche ad essi collegate.
In altre metodologie grafologiche il modo di svolgere questa osservazione e di trarre le conclusioni che ne derivano è lasciato alla capacità interpretativa del grafologo. Il metodo Moretti propone, invece, dei criteri precisi.
1) Moretti individua diversi tipi di interazione possibili tra i segni (indici) grafologici. Tra i segni possono crearsi rapporti di favore (segni tra loro fautori), di contrarietà (segni contrari), di indifferenza (segni indifferenti). Ciò perché le caratteristiche psicosomatiche descritte da ciascun segno possono essere tra loro collegate, opposte, o relativamente indipendenti. Nello studio della scrittura, quindi, la combinazione di segni tra loro fautori implica l’accentuazione espressiva di determinati tratti della personalità, la combinazione di segni contrari comporta l’individuazione di qualità che si limitano a vicenda e l’osservazione di segni indifferenti indica la presenza di caratteristiche non specificata mente orientate e, quindi, aperte alle influenze delle altre componenti della personalità. Un esempio: in una persona possiamo osservare la presenza dell’altruismo (scrittura Curva) che si perfeziona attraverso il senso di opportunità (Angoli C); ne risulta un altruismo che diventa efficace nei rapporti interpersonali. Questo è un esempio di combinazione dei segni tra loro fautori. AI contrario, osserviamo che la spinta all’autoaffermazione (lntozzata 1° modo) può essere moderata dalla disponibilità verso gli altri (Largo tra lettere sopra la media): è il caso tipico della combinazione di segni tra loro contrari. La costanza del comportamento (scrittura che mantiene l’allineamento di base = Mantiene il rigo) può essere posta al servizio tanto dell’egoismo quanto dell’altruismo poiché la sua dinamica è qualitativamente indifferente e può caratterizzare l’espressione dell’uno e dell’altro; combinazione di segni tra loro indifferenti. La combinazione dei segni è essenziale nel metodo di M o retti poiché, come si diceva, il significato di ciascun indice non è esclusivo né totalmente determinato, ma si chiarisce nel contesto generale della grafia, attraverso l’interazione con gli altri segni.
2) La combinazione dei segni non è lasciata all’arbitrio del grafologo, ma le sue modalità sono determinate dal grado del segno. Ogni segno, infatti, è divisibile in gradi: dall’assenza assoluta (0/10) alla sua massima espressione (10/10). Ad esempio il grado del segno Curva è determinato dall’andamento curvilineo del movimento grafico e dalla proporzione esistente tra i diametri orizzontale e verticale delle lettere o a e u. Il grado massimo (10/10) si ha quando i due diametri sono uguali.
La combinazione dei segni esige, quindi, l’osservazione del grado e, perciò, della forza espressiva di ciascuno di essi, l’osservazione della caratteristica dominante, modificante o accidentale ad essi propria e del tipo di rapporto (di favore, contrasto, indifferenza) che si struttura tra i segni. Un’osservazione complessa, è vero, ma da essa scaturisce la descrizione pienamente individualizzata della personalità.
4. Peculiarità del metodo morettiano
Il dibattito più volte sorto tra le scuole grafologiche sul valore globale della grafia e sulla sua interpretazione analitica attraverso la distinzione dei segni ci sembra che trovi nel metodo di Moretti una sintesi valida. Siamo convinti che per dedurre la personalità della scrittura è necessario sia cogliere gli aspetti elementari del comportamento espressivo grafico, che ritrovare l’unità individuale manifestata dal movimento grafico generale. Attraverso il metodo di Moretti questa operazione è possibile. La scoperta dei singoli segni è ricondotta all’unità per mezzo della loro combinazione che permette il superamento dell’analisi fine a se stessa e conduce all’osservazione del movimento globale senza, però, che vengano perdute le indicazioni dedotte nel momento analitico.
Con ciò, ci sembra di dover affermare che il metodo morettiano consente di unificare le caratteristiche migliori della tendenza analitica e della tendenza globalistica.
Ma non vogliamo concludere che sia un metodo compiuto. La ricchezza delle sue articolazioni teoriche ed operative richiama l’approfondimento e la chiarificazione nel momento stesso in cui dimostra la sua apertura ai collegamenti interdisciplinari. La necessità di pause di riflessione su di esso, per analizzarne i punti forti e cogliere le tendenze che caratterizzano nel momento attuale la sua evoluzione, è evidente.
in Scrittura, 54/55 (1985) 95-97